domenica 11 dicembre 2016

Intervista ad Alba Gonzales

Alba Gonzales, scultrice romana. In questa intervista ripercorriamo le tematiche principali della sua produzione e ci occupiamo del "caso" del Pescatore di cieli.  

Maestro Gonzales, quanto è importante il richiamo della mitologia nella sua ispirazione?

Le metamorfosi, più o meno evidenti, attraverso le quali descrivo la contaminazione dell'essere umano con la bestia possono, come molti critici d'arte hanno osservato, ricondurre almeno una parte della mia creatività al mondo dei miti.
Sempre a proposito della contaminazione uomo-bestia, devo dire che il ciclo delle Sfingi e delle Chimere, tuttora non esausto, nasce da una serie di riflessioni pessimistiche sull'efferatezza potenziale delle azioni dell'essere umano, uomo o donna che sia.



Il totem è l'unica struttura artistico-simbolica per la quale si sente di fare una deroga stilistica in favore dell'astratto?

A questa sua domanda sui totem e l'arte astratta, devo rispondere dilungandomi un po' di più.Per circa sette anni, dal 1978 al 1984, ho lavorato nei laboratori di Pietrasanta e Carrara, dove potevo scegliere tra i più svariati marmi , travertini, graniti e altre pietre dure.In quegli anni ho realizzato sculture antropomorfiche dalle grandi dimensioni che, pur non rappresentando la figura umana nella sua realtà, ne mantenevano il ritmo e l'equilibrio nel loro invadere lo spazio, sia in senso orizzontale che verticale.Non ho preconcetti nei riguardi dell’ astrazione; anzi ,dovendo collocare un 'opera in un grande spazio, è a questo che guarderei essenzialmente: cioe ad un eventuale tema o simbologia da esprimere al meglio, perché penso, e non sono l'unica, che l'Arte sia “tutta” astrattaLe mie sculture in verticale le considero dei Totem, degli Obelischi in cerca d'infinito.
Il busto di Bevilacqua spaccato in due emisferi rappresenta solo una sua visione del personaggio o è più in generale la sua interpretazione del busto come genere scultoreo?


 
                                                 La locandina della mostra di 
                                            cui il busto di Bevilacqua faceva
             parte. 

Non sono assolutamente una ritrattista. Mi sento più portata a rappresentare ciò che non “vedo” razionalmente, ma ciò che “sento”, i sentimenti, i significati che un’immagine corporea mi può ispirare. Nel 2008 Alberto Bevilacqua fece la mia presentazione al catalogo per la mostra personale alla Versiliana “Miti e Metamorfosi”. In quell’occasione pensai di fargli una sorpresa e il risultato fu una mia personale interpretazione della sua complessa, misteriosa e inafferrabile personalità.
Nell'eseguire un'opera (una statua singola o un gruppo) che poi dovrà trovare collocazione in uno spazio pubblico, in che misura tiene conto, sin dall'inizio, delle caratteristiche di quello spazio pubblico? Lavora, cioè, nello stesso tempo, sul soggetto e sulla cornice reale del soggetto, o la concezione dell'opera è sempre avulsa dalla sua sistemazione?

Ho già risposto in parte parlando dell'astrattismo, ma posso aggiungere che, avendo l'opportunità di collocare una mia opera in uno spazio pubblico, la mia scommessa sarà sempre quella di conciliare la mia visione e il mio sogno desideroso di armonia con il luogo in cui espongo, E parlando di Mito, lo spazio pubblico diventa pretesto per renderlo racconto fruibile a tutti.
Basti vedere la mia scultura che ha come soggetto, Chira, la Centaura di Enea, sulla rotonda alla fine del Viale della Pineta di Fregene: ho immaginato Chira che con la musica, la danza e la bellezza conduce Enea verso la futura Roma.




La vicenda del "Pescatore di cieli"


Il telegramma inviato dal presidente Berlusconi
per l'inaugurazione del monumento. 


Nel 1989 io e mio marito, il dr Giuseppe Pietrantonio, creammo sul Lungomare di Fregene, su un terreno di nostra proprietà, Il Pianeta Azzurro, un centro internazionale di scultura contemporaneaNel 2003 vinsi con una mia opera - parlo proprio della Centaura - il concorso collegato alla concessione statale, a favore del Comune di Fiumicino, di un finanziamento del 2% per la messa in sicurezza della Pineta monumentale di Fregene (il comune di Fiumicino aveva acquisito la proprietà della Pineta nel 2001, ndr).
Nel 2004 era sindaco di Fiumicino Giancarlo Bozzetto,deceduto da qualche anno. Era un un uomo molto appassionato d'arte, ed era sempre presente alle mie annuali mostre collettive internazionali, che allestivo al museo annesso al Pianeta AzzurroBozzetto negli anni era divenuto un caro amico di famiglia. Entusiasta dell'opera con cui mi ero imposta, mi chiese se potevo fare una scultura per Fiumicino, scultura che avrebbe posto sul nuovo porto che si progettava di costruire.
Acconsentii, pur sapendo di dover sacrificare quanto mi era rimasto, in termini di entrate, dopo la realizzazione e la fusione in bronzo della Centaura: scelsi di lasciare un secondo monumento sul territorio fiumicinense e così mi impegnai a progettare un'opera il cui tema, in una comunità fatta essenzialmente di pescatori, era scontato.


La motivazione ispirativa alla base dell'opera
di Alba Gonzales.


Queste due sculture, la Centaura e il Pescatore, per alcuni anni a partire dal 2004/5, rimasero posteggiate nel mio spazio espositivo privato. Il primo a "migrare" fu il Pescatore, che nel 2010 venne inaugurato (al centro della rotonda in piazza dei Delfini a Fiumicino, ndr) dal sindaco Mario Canapini che voleva attribuirsi il merito dell'iniziativa. Io, però, dichiarai pubblicamente che la commessa mi era stata assegnata  dall'ex sindaco Bozzetto, e che quella scultura era, oltretutto, un mio regalo personale alla cittadina di Fiumicino.
La Centaura di Enea, invece, il 18 aprile del 2015, dopo 12 anni dalla sua realizzazione, è stata posizionata, con la cerimonia di rito presieduta dal sindaco Esterino Montino, sulla rotonda del piazzale di Fregene.
Questa primavera (del 2016, ndr) ho ricevuto una telefonata da un operaio che stava lavorando con altri suoi colleghi all'abbattimento della rotonda in piazza dei Delfini a Fiumicino. Si trovavano in difficoltà poiché dovevano rimuovere la statua, ma avevano paura di romperla e inoltre, nel magazzino, avevano problemi di spazio. Li rassicurai che sarei andata subito per indicar loro come procedere e comunicare che potevano metterla al sicuro nel mio giardino. Fu immediatamente fatto il trasloco quella mattina stessa.
Finite le operazioni di rimozione, mi richiamò lo stesso operaio per avvisarmi che potevo andare a riprendere la targa in bronzo con il titolo e il mio nome.
Neanche una telefonata da parte della segreteria del Sindaco e nessuna lettera che spiegassero almeno le motivazioni dello spostamento, e magari anticipassero un futuro nuovo collocamento della statua.
Arrivata l'estate, venni invitata dal manager Gianni Marsili per la consueta manifestazione d'arte da lui promossa (si svolge da giugno ad agosto) “Lungo il Tevere...Roma 2016", giunta alla quarta edizione.
Marsili, da sincero innamorato de “Il Pescatore di cieli“, mi aveva chiesto di esporla. Ed io ho aderito serenamente al suo invito, non sentendomi più in alcun modo vincolata al comune di Fiumicino, dopo il trattamento di cui le ho parlato.
Devo confessarle che come artista mi sono sentita offesa.
Mi ha consolato, negli ultimi tempi, poter pensare che, in base ad una indagine fatta presso i locali pubblici e gli abitanti del Villaggio dei Pescatori di Fregene, la prospettiva di poter posizionare il mio Pescatore sulla rotonda, prima dell'inizio del villaggio, entusiasma gli animi.
So anche che il sindaco di Fiumicino, informato di questo referendum, si è  risentito di questo e ha rivendicato la proprietà dell'opera che, a suo dire dovrà essere posizionata vicino al ponte sul Tevere (il ponte 2 giugno, ndr), quando si faranno dei nuovi lavori.
Per il momento, in attesa di sviluppi, continuo a "parcheggiare" l'opera che avevo regalato a Fiumicino. Essa,  il 28 agosto, finita la mostra sul Tevere, è rientrata, come un figliol prodigo suo malgrado, al Pianeta Azzurro.